• Pubblicata il
  • Autore: CONTE
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ANNA E IL PROFESSORE - Caltanissetta Trasgressiva

Classe V di una qualsiasi scuola superiore. La classe di Anna era composta da 16 maschi e 13 femmine oltre a lei; si sapeva che Anna non andava molto bene in matematica, però non faceva granché per rimediare a questa sua lacuna. Sicuramente Anna era la più bella della classe, tanto che era invidiata sia dai compagni che dalle compagne per la propria bellezza. Inoltre era una ragazza molto espansiva e correvano talune voci su di lei che fosse anche una ragazza a cui piacesse molto il sesso.
Un giorno il prof. di matematica entrò in classe e, a sorpresa, volle interrogare. Sentendosi chiamare, Anna, si raggelò tutta sapendo che, oltre al fatto che lei e la matematica non andavano d’accordo, non aveva comunque aperto il libro. Il prof. cominciò e le diede da fare uno studio di funzione…. Dopo un quarto d’ora di affannosi tentativi di risoluzione, Anna non sapeva più a che santo votarsi; il prof. era un tipo sanguigno ed era di incazzatura facile e, vedendo Anna impreparata, cominciò ad urlarle:
-“ Anna quand’è che comincerai a studiare??!! Lo sai che non esci da questa scuola se non hai almeno la sufficienza nella mia materia! Perché non ti sei preparata?”-
Timidamente Anna rispose: -“ Prof. ieri non ho potuto studiare perché la mia sorellina stava poco bene…, i miei erano fuori e…”- il prof. la interruppe –“Non sono cose che mi riguardano, tu devi essere all’altezza dei tuoi compagni eppoi sono stufo delle scuse che ti inventi ogni volta che ti interrogo. Basta! Oltre a non studiare sei pure una bugiarda.”- Negli occhi del prof. si accese una strana luce, gli occhi sembravano iniettati di sangue e a questo sguardo Anna cominciò a tremare.
-“ Vieni qui!”- le ordinò il prof., Anna gli andò vicino, il prof. la prese da un braccio e le disse:
-“ Ora ti darò una lezione davanti a tutti i tuoi compagni; piegati e appoggia la pancia alla cattedra….ora!!!!!! E non azzardarti a muoverti!!”-, Anna si sentiva morire, ma non aveva la forza di reagire di fronte alla furia del prof., si piegò appoggiandosi alla cattedra con il culo rivolto alla classe; il prof. guardò la classe con un ghigno sulle labbra e disse a Anna: -“ Questa punizione non te la scorderai facilmente”-, le alzò la gonna sopra la schiena e con stupore e meraviglia di tutti vide che Anna portava un succintissimo perizoma e calze autoreggenti. Il culo di Anna era perfetto, rotondo e pieno, morbido e sodo allo stesso tempo. Tutti i compagni maschi si pregustavano quello stupendo spettacolo, e le ragazze, un po’ per invidia un po’ per antipatia, cominciarono a commentare fra di loro quel fondoschiena marmoreo. Anna sudava freddo per lo spettacolo che stava offrendo a tutta la classe, sentiva i commenti dei propri compagni, ma subito il prof. la apostrofò severo: -“ Bene, bene vedo che oltre ad essere una scansafatiche a scuola, ti vesti anche come una puttanella! Ottimo…. Ora ti sculaccerò per 11 volte e voglio che tu le conti una per una e, quando suonerà la campanella, tutti i tuoi compagni, uscendo, ti daranno una sculacciata…. E bada bene di contarle esattamente, altrimenti ricomincio daccapo!!”. A queste parole la povera Anna cominciò a tremare, si rendeva conto di quale punizione l’attendeva, doveva lasciare il suo culo a disposizione oltre che del prof. anche dei suoi compagni di classe.
La prima arrivò secca e decisa e Anna ebbe un soprassalto, fievolmente cominciò a contarle –“ U-uno”, e subito la seconda sullo stesso punto della prima –“ Due”-; il prof. sembrava avesse due mani di ferro da quanta energia metteva per percuoterla e così, con un forza sempre maggiore, arrivò l’undicesima –“ U-un-undici” riuscì a dire, tra le lacrime, la povera Anna. Il suo culo era già rosso fuoco, ma il momento più umiliante doveva ancora arrivare. Per alcuni minuti tutta la classe rimase in silenzio ad ammirare quelle due chiappe, rotonde e morbide, tremanti e arrossate dalle sculacciate del prof. La campanella suonò, a Anna cominciò a battere fortissimo il cuore, tanto da sentirselo in gola; tutti i suoi compagni si prepararono in fila per poter schiaffeggiare quel culo meraviglioso.
Ad uno ad uno cominciarono a punirla; chi, come alcune ragazze, schiaffeggiandola duramente e chi, come alcuni maschi, schiaffeggiandola maliziosamente vicino all’attaccatura delle chiappe alle cosce, come per colpire la micina di Anna. -“ Ahhhh….quindici……ohhhhh …… sedici….basta, v-vi prego……ahhhhhhhhh……d-diciassette….”, e più Anna si lamentava più le sculacciate arrivavano forti………
Alla cinquantesima, Anna era sfinita; l’unica nota positiva è che era riuscita a contarle senza sbagliare.
Usciti tutti i ragazzi dalla classe, Anna, che ormai non tratteneva più le lacrime, si alzò dolorante dalla cattedra e fece per rivestirsi; il prof., eccitato dalla scena che aveva appena visto, disse alla poverina –“ Non penserai di cavartela così? Questo è stato solo l’inizio…… la punizione vera e propria deve ancora arrivare”-, Anna ancora scossa disse fievolmente: -“ Ma professore, mi ha già umiliato abbastanza e ho il sedere che mi fa male….. eppoi lei non ha il diritto di alzare le mani su di me”-.
Il prof. secco ribatté: -“ Ora andiamo in laboratorio, e lì imparerai cosa vuol dire essere una ragazzina ubbidiente e diligente a scuola….e, comunque, sappi che i tuoi genitori, all’ultimo consiglio di classe, mi hanno detto che posso usare le maniere forti con te, pur di farti studiare….. seguimi, e non fiatare!!!!!”. Anna si sentiva perduta, anche se l’avesse detto ai suoi genitori non avrebbe avuto ascolto. L’unica cosa in cui poteva sperare, era che, subendo la punizione, il professore poteva essere più magnanimo nelle interrogazioni successive.
Dato che era l’ultima ora di lezione della mattinata, la scuola era stata abbandonata dagli alunni; rimanevano soltanto i bidelli e alcuni professori che si trattenevano lì a preparare la lezione per il giorno successivo. Arrivati in laboratorio, il prof. chiuse la porta a chiave e si sedette sulla sedia; Anna era di fronte a lui in piedi. Le ordinò di togliersi completamente la gonna e la maglietta; Anna si spogliò davanti a lui diventando paonazza dalla vergogna. Lo spettacolo che appariva agli occhi del professore era divino, Anna era rimasta in reggiseno, perizoma e autoreggenti.
-“ Ora sdraiati sulle mie ginocchia a pancia in giù e non tentare di scappare, altrimenti te ne darò talmente tante da non poterti più sedere per un mese!!!!!”-; non avendo nessuna via di scampo, Anna si sdraiò sulle ginocchia del prof. a culo in su. Già stava tremando per la paura di sentirsi arrivare altre sculacciate, ma subito il sangue le si raggelò sentendo il rumore della bacchetta di legno, che il prof. aveva preso dalla sua valigetta, che fendeva l’aria. Anna era come immobilizzata, sembrava che anche il cuore le si fosse fermato; duramente il prof. le disse: -“ Adesso ti punirò per la sfacciataggine che hai avuto per tutto l’anno scolastico nei miei confronti, comportandoti sempre come una ragazzina viziata”-; Anna aveva voglia di urlare, ma come fece per muoversi un attimo, si sentì il culo bruciare dalla prima bacchettata: -“ Ahhhhhhh…..ch-che maleeee….”, era già quasi senza fiato; il prof. fece arrivare la seconda: -“ Ngghhhhhhh…..b-b-basta, la p-prego….”, la terza e anche la quarta andarono a colpire proprio sotto le natiche. Ormai Anna stava piangendo a dirotto, il suo culo era rigato dai segni della bacchetta e non riusciva neanche più a gridare da quanto le mancava il fiato. Alla decima bacchettata il prof. si fermò e ordinò a Anna: -“ Ora divarica bene le gambe…..”, vedendo che Anna non reagiva, le diede uno strattone ai capelli e lei subito allargò le cosce; un fendente le arrivò, non più orizzontale come prima, ma verticalmente nella fessura delle natiche, dritto e preciso a sfiorare la sua micina; Anna provò un grandissimo dolore, ma allo stesso tempo uno strano movimento dentro di lei. Il prof. sferzò un secondo colpo dritto sulle sue chiappe, il dolore che Anna aveva provato fino ad ora, si stava lentamente trasformando in piacere; gemeva sotto i colpi che le dava il professore, e più veniva colpita più provava dolore e piacere allo stesso tempo. Anna era scombussolata da questa tempesta di emozioni, si stava rendendo conto che più sentiva dolore più si bagnava. Alla quindicesima bacchettata il prof. si fermò vedendo che il viso di Anna, che ormai aveva il culo rosso come una ciliegia matura, aveva cambiato espressione e le disse -“ E ora vediamo se quello che penso è vero…..”-, passò due dita nella micina bagnatissima di lei e scoprendo la quantità di umore che la lubrificava esclamò: -“ …..Come sospettavo, ti piace essere punita e sculacciata….. sei una puttanella come sospettavo…..Bene ora ci divertiremo!”-; Anna ormai non capiva più nulla, non sapeva se ribellarsi o continuare a farsi punire per eccitarsi ancora di più; il prof. fece alzare Anna dalle sue ginocchia, e con voce perentoria le ordinò di piegarsi in avanti appoggiandosi ad un tavolino; Anna non era più impaurita come prima, anche se provava ancora timore di fronte a quell’uomo che la stava punendo. Il prof. le legò i polsi e le caviglie alle gambe del tavolo; Anna ora era in balìa del suo carnefice, anche se avesse voluto scappare ormai era troppo tardi. Il suo culo era la parte più esposta e più alta del corpo, anche perché il tavolino era basso, e le gambe non riusciva a piegarle perché divaricate e legate molto strette ai piedi del tavolo; il prof. si sfilò la cintura dei pantaloni e impugnandola disse ad un orecchio a Anna: -“ Impara dalle frustate che ti darò ad essere una ragazzina modello, lo faccio per te….. mi saprai ringraziare per quello che ti sto facendo.”. Anna era eccitatissima, provava ancora dolore per le vergate che aveva ricevuto poc’anzi, ma si stava bagnando moltissimo immaginandosi lì col sedere alto in attesa di essere punita; era una sensazione nuova che Anna non aveva mai provato prima. Il prof. cominciò a frustarla sul culo con la cintura, Anna sentì un bruciore acutissimo che le fece tremare le gambe, urlava e tentava di dimenarsi come poteva; il prof. vedendola costretta al tavolo e sentendola urlare, batteva sempre con foga crescente le chiappe di Anna. Anna era come inebriata da questa sensazione di dolore misto a piacere, e più si sentiva le gambe cedere più si faceva forza per offrire i suoi glutei alla rabbia di quell’uomo. -“Sì professore so che devo essere punita, lo faccia…..lo faccia!!!!”.
Queste furono le sue ultime parole prima di ricevere altre dieci frustate dal suo amato professore.

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12/08/2013 05:33

andres

Vorrei il contiguo

02/11/2013 17:05

rarinantes

Banale e mediocre al limite dell'insopportabile. Troppo lontano da un minimo di verismo e totalmente condizionato dalle evidenti fantasia dell'autore.

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