• Pubblicata il
  • Autore: Franzy
  • Pubblicata il
  • Autore: Franzy

Il sequestro...di Franzy - Caltanissetta Trasgressiva

Mi chiamo Franzy, ho 24 anni, a sentire gli amici sono una gran bella gnocca che, quando vuole, fa la sua porca figura, e da pochissimi giorni cerco un lavoro come telefonista in un call-centre. Incominciamo dall'inizio, pochi giorni fa, rispondo ad un annuncio nel quale cercavano personale come telefoniste in una famosa ditta, telefonai, chiesi informazioni e presi un appuntamento per un colloquio successivo. La mattina dell'appuntamento mi preparai accuratamente per fare bella figura e senza vantarmi, vi assicuro che non ci volle molto, trucco leggero ma efficace, un bel tailleur con gonna ben sopra il ginocchio da donna in carriera con camicetta trasparente che lasciava intravedere la generosa ed abbondante scollatura, calze velate e scarpetta con tacco a spillo decolté col laccetto sopra la caviglia. Pronta mi recai all'appuntamento, puntualissima. Pochi minuti d'attesa e la segretaria del capo, grande gnocca anch'essa messa lì per fare anche lei la sua porca figura, con un'occhiata di sfida, mi annuncia che ero attesa nell'ufficio del direttore. Il cuore mi batteva a mille, entrai con fare sicuro, ed al primo contatto visivo con Lui, notai uno sguardo fulminante da radiografia che da prima m'imbarazzò ma poi mi rassicurai guardando il bel personaggio che avevo davanti. Era proprio un bell'uomo, alto, distinto, sulla quarantina, palestrato e lampadato. Era molto difficile guardarlo con disinvoltura e lui se n'accorse subito ed allora incominciò a parlarmi del lavoro per mettermi a mio agio. Ci mettemmo d'accordo sui particolari, chiamò la segretaria dall'interfono dicendole di far venire la capo telefonista per un affiancamento immediato e testare da subito le mie capacità al telefono. Arrivò Barbara, molto carina, sembrava una "Barby", mi portò in una delle sale dei telefoni e costatai che il livello estetico delle ragazze che stavano lavorando era altissimo, lo feci notare alla mia accompagnatrice e con un sorrisino malizioso mi affermò che al Capo piace molto essere circondato da belle ragazze e se mi avesse assunto ed io fossi stata carina con lui sicuramente non me ne sarei pentita. Questo un po' m'indispose ma tutto sommato non mi dispiaccue. Ci sedemmo ad un tavolino col computer in uno dei tanti box telefonici, Barbara mi fece vedere come funzionava il lavoro e dopo una ventina di minuti mi fece occupare il suo posto. All'inizio fui un po'impacciata ma subito capii come funzionava il lavoro, ci presi subito gusto e dopo neanche un'ora ricevetti i complimenti da Barbara. A pochi minuti dalla pausa, Barbara che era seduta al mio fianco, mi toglie le cuffie, mi guarda con uno sguardo libidinoso da mettermi in imbarazzo, mi passa la mano dolcemente sulla gamba salendo fino al reggicalze e mi accarezza la parte di coscia vellutata rimasta scoperta e mi dice: "Sei molto brava e molto carina, al capo piacerai!". Io non sono assolutamente lesbica ma il tutto mi diede una scossa fino ad arrivare al basso ventre da bagnarmi come una troietta in calore, arrossii, ricevetti un bacio sulla guancia al limite della bocca e sussurrando mi disse di seguirla che si andava dal capo. Bussammo, entrammo nel suo ufficio e subito Barbara affermò che io ero perfetta e ci lasciò soli. Il capo, con fare professionale mi delucida sul compenso e sull'orario del lavoro e mi fa capire che se volevo ci sarebbero stati anche degli extra, io un po' indignata, ma sotto sotto contenta, gli annunciai che ci avrei pensato e l'indomani avrebbe avuto una mia risposta.

Per tutta la giornata, pensai alla fortuna o sfortuna del nuovo lavoro che mi si presentava e continuavo a fare i punti della situazione per capire se dovevo accettare oppure no, sapendo che sicuramente avrei avuto delle "avance" dal capo. La notte mi portò consiglio, la mattina seguente telefonai accettando e come risposta mi annunciarono che avrei incominciato il Lunedì successivo alle 9.00 in punto. Quel Lunedì arrivò in un attimo e quella mattina mi presentai puntualissima al mio primo giorno di lavoro più in forma che mai, sia di testa sia d'aspetto. All'ingresso della Ditta fui subito scrutata dalla moltitudine di ragazze che erano in prossimità del proprio posto di lavoro, mi si avvicinò Barbara che dopo avermi salutata si complimentò con me, mi indicò la mia postazione, e ci sedemmo davanti a quello che sarebbe stato da quel momento in poi il mio compagno di lavoro, il computer naturalmente! Incominciai il lavoro alla grande e subito Barbara iniziò a complimentarsi con me per il veloce apprendimento del lavoro, e furono veloci le sue "avance" nei miei confronti, io subito la fermai mettendo in chiaro le cose, io con le donne non volevo avere a che fare, non sono lesbica e non intendevo incominciare allora, lei indignata si alzò e vedendola dirigendosi verso l'ufficio del capo mi vennero i sudori freddi. Tutto tacque, il resto della giornata passò abbastanza in fretta e verso la fine del turno fui convocata dal capo. Mi fece i complimenti per il lavoro eseguito e poi passò subito all'attacco, sostenne che ero molto carina ed affascinante e mi chiese se volevo cenare con lui, io gli risposi che secondo me correva un po' troppo e rifiutai, lui si alzò, mi si avvicinò, era veramente affascinante ma mi rodeva il fatto di cedere già al primo giorno, mi accarezzò la testa scendendo di lato sull'orecchio fino ad arrivare sul collo. Ero impaurita ma mi piaceva un casino, socchiusi gli occhi, lui se ne accorse, si avvicinò come per baciarmi ma avvicinandosi all'orecchio mi sussurro: "Non sai cosa ti perdi" e si allontanò. Feci un sospiro di sollievo ma in un certo senso ero dispiaciuta perchè aveva mollato subito la preda, poi chiamò la segretaria chiedendole di preparare la sua macchina. Mi fece sedere davanti alla sua scrivania e mi chiese se il lavoro mi era piaciuto ed io risposi di sì. Ci salutammo e con uno sguardo da far sciogliere anche la più frigida che si conosca, mi accompagnò alla porta ed uscii. Io ero tutta eccitata ma anche un po' impaurita e pensavo se avevo fatto bene o no a rifiutarlo, tutto sommato non ne ero molto convinta. Raccolsi le mie cose e scesi con l'ascensore.

Fuori della porta non c'era nessuno, era già buio, vidi solo una bella macchina, una Mercedes Limousine parcheggiata di fronte con un autista che stava aspettando qualcuno, forse il capo. Come mi vide l'autista si avvicinò, mi chiese se per caso avessi cambiato idea sull'offerta del capo, io le risposi di no e lui mi spinse verso la macchina dove un complice mi afferrò per il braccio e mi tirò dentro, mi divincolai ma inutilmente, era molto forte e mi bloccó. Cercai di urlare per chiedere aiuto ed allora mi mise un fazzoletto davanti la bocca e con del cloroformio mi fece perdere i sensi. Dopo non so quanto tempo, incominciai a risvegliarmi e mi trovai con le mani legate ed una benda sugl'occhi; chiesi cosa stesse succedendo e non ebbi nessuna risposta. Ero impaurita ma anche un po' eccitata, non riuscivo ancora a capire bene se era una cosa bella oppure brutta. Lasciammo la strada asfaltata per una sterrata e dopo alcuni minuti la macchina si fermò. Mi fecero scendere e sempre bendata mi portarono dentro ad un casolare perché quando entrammo mi tolsero la benda e vidi che le pareti erano sul rustico.

Scendemmo un piano di scale, entrammo in una stanza dove al centro c'era un piccolo letto circolare foderato di lenzuola di raso nere, mi fecero avvicinare e mi ordinarono di spogliarmi senza fare storie che tanto non ci avrebbe sentito nessuno. Come ipnotizzata ubbidii. Rimasi con la biancheria intima, un bel completo di pizzo nero con tanghino ridottissimo, reggicalze che reggevano due velatissime calze di gran marca che con le scarpe a decolté risaltavano le mie gambe lunge e tornite, (non ve lo avevo ancora detto, sono alta m.1,83 senza tacchi ed ho una 4a abbondante) ed il reggiseno che a fatica conteneva le mie grazie. Mi fecero coricare sul lettino, mi legarono mani e piedi con bracciali di pelle attaccati a delle catene come se fossi crocifissa e mi misero di nuovo una benda agl'occhi. Nuovamente mi prese la strana sensazione di piacere e paura, volevo tremare ma mi sentivo bagnare e tutto questo mi meravigliava. Incominciò una dolce musica di sottofondo e sentii uno strano profumo d'incenso orientale. Ebbi un sobbalzo quando sentii una mano accarezzarmi le gambe, era molto delicata, scorreva sulle cosce e passando da una all'altra si soffermava sul mio ventre, con le dita abili mi sollevava il tanga e mi accarezzava il pube, tutto rasato con solo un ciuffo nella parte alta, l'eccitazione aumentava, abilmente passando il dito nella fessura lo umettava con i miei umori e dolcemente mi stuzzicava il clitoride. Io gemevo di piacere, poi la mano saliva fino ad arrivare ai seni che con la stessa dolcezza accarezzava i capezzoli, erano diventati turgidi, poi, arrivo sul viso e le dita esploravano la mia bocca facendole sentire il sapore acre del mio umore. Dopo alcuni minuti di questo dolce piacere sentii un oggetto freddo accarezzarmi il corpo, ero spaventata, mi sembrava un coltello, poi compresi sentendo lo scatto, che erano delle forbici le quali mi stavano tagliando prima il tanga poi il reggiseno perché così legata non potevo sfilarmeli; sinceramente ero un po' incazzata per il danno subito ma poi tutto sommato non me ne fregò più di tanto. Rimasi nuda con le gambe aperte, sentii che il mio partner si alzò, poi con le mani sulle cosce cercò di divaricarmele ed incominciò a leccarmi dolcemente la figa. Era dolcissimo, delicato, passava dalla fessura raccogliendo il mio umore al clitoride che con abile maestria alternativamente me lo succhiava e leccava in modo circolatorio. Era sublime, stavo godendo abbondantemente, schizzi di sborra uscivano a fiotti e sentivo che niente andava perduto, tutto era avidamente recuperato, io ero al settimo cielo. Con uno scatto felino lo sconosciuto si mette di fianco ed incomincia a leccarmi il ventre mentre con la mano prima mi accarezza il pube poi infila dolcemente il dito dentro la figa, con un delicato andirivieni mi fece godere di nuovo, con la lingua sale fino ai seni e comincia a succhiarmi i capezzoli. Era bravissimo e dolcissimo, con la mano rimasta libera mi risonda la bocca ed io avidamente succhio le dita, per finire sento la sua bocca appoggiarsi alla mia e ci fu un bacio appassionale che non ricordavo da qualche tempo così intenso, sentii un profumo strano, un profumo familiare ma non riuscivo a capire.
Mentre continuava a baciarmi le mani arrivarono sulla testa come per liberarmi dalla benda, a questo punto sentii qualcosa di dolce e delicato che mi accarezzava le labbra, con la punta della lingua leccai e chiudendo le labbra, succhiando, ebbi un sussulto e pensai: "Cazzo, ma queste sono tette!", in quel momento la benda volò via e vidi meravigliata che sopra di me c'era Barbara, bellissima, dal corpo statuario che era sempre stato ben nascosto da un abbigliamento casual, mi sorrise e mi disse: "Allora carina, non avevi affermato che le donne non ti sarebbero mai interessate? Che cosa dici adesso?". Ero allibita, non capivo più niente e l'unica cosa che mi uscì dalla bocca fu: "Ti prego, continua, non ti fermare!" e lei mi accontentò. Subito dopo mi liberò provvisoriamente dalle catene, mi fece mettere in ginocchio alla pecorina e mi legò nuovamente con le catene. Barbara si mise sotto di me e mi offrì il suo sesso mentre lei nuovamente si dedicava con la bocca al mio. Non l'avevo mai fatto, però imparai velocemente perché sentii che anche Barbara si stava bagnando, io con la lingua le ispezionavo la figa e recuperavo tutto il suo profumo, lei sapientemente faceva lo stesso. Sentii qualcosa spingere tra le mie grandi labbra, una dolce vibrazione mi stava coinvolgendo e capii che un fallo vibrante cercava di farsi strada e la trovò molto facilmente. Sentii centimetro per centimetro affondarsi nella mia profondità, senza impedimenti alcuni, ero eccitatissima e quindi dilatatissima e mentre sentivo il fallo pomparmi, con la lingua sul clitoride Barbara mi fece venire nuovamente. Mentre godevo e leccavo la figa della mia compagna, aprendo gli occhi vidi una figura che stava avvicinandosi, era lui, il capo, sembrava un bronzo di Riace, ed aveva un membro di tutto rispetto, già bello turgido me lo offrì ed io da ingorda lo ricevetti fino in gola ed incominciai a fargli un pompino da maestra (ed io in questo sono molto brava). Lui apprezzava molto quello che facevo, sentivo il suo membro pulsare dentro la mia bocca ed ogni tanto glielo mordevo sentendo che era duro come il ferro. Con un cenno fece avvicinare un'altra persona e in quella riconobbi il mio rapinatore, forse la guardia del corpo, era un ergumeno enorme, muscoloso, com'enorme era il suo membro che in un attimo esplorò la mia bocca, se spingeva mi faceva sussultare, era impossibile ingoiarlo tutto, almeno per me, ed in un attimo sentii il cazzo del capo che prendeva il posto del fallo che Barbara mi aveva tolto per far posto al suo. Era tutto stupendo, stavo nuovamente godendo, e sentii che il capo era al limite, gli chiesi per favore di non venirmi dentro e lui mi accontentò, lo tolse ma prima sentii sputare sul mio culo e poi sentii il suo membro esplorarmi le viscere. "Cazzo!", pensai, "Guarda questo, anche il culo si è preso", io di solito non do tutte queste confidenze ai primi appuntamenti, ma questo non era un appuntamento era quasi un sequestro con stupro, "Ma chi se né frega" pensai e cominciai a godere del suo cazzo nel mio culo. Da lì ad un attimo la sborrata con si fece attendere, godetti intensamente anche col culo e poi sentii il suo cazzo uscire; togliendomi quello che avevo in bocca mi girai e vidi il capo mettere il suo cazzo in gola a Barbara che era sempre sotto di me a godersi la scena, e gliela inondò con una abbondante sborrata. Appena ripresi, i due mi liberarono dalle catene, presi il cazzo che stavo pompando e lì mi accorsi di quanto era enorme, lo tenevo dalla base con tutte due le mani ed a fatica riuscivo ad ingoiarne la rimanenza anche perché mi entrava a fatica a causa anche della enorme circonferenza. Un attimo dopo mi girò, mi rimise alla pecorina e con un colpo d'ariete affondò il cazzone nella figa che sbrodolava come non mai ed incominciò il suo turno, mentre mi pompava con decisione vidi che Barbara stava abilmente ripreparando con un pompino da manuale il cazzo del capo. Quando fu nuovamente in tiro fece un cenno al mio "Terminator" il quale tolse il cazzo dalla figa sbrodolante e puntò il culo già precedentemente sodomizzato, senza sentire ragioni me lo infilò molto dolcemente e devo confessare che non mi fece poi tanto male e sentii che stava esplorando le mie viscere, poi misi la mano per fermarlo e sentii che era alla sua base, non credevo a quello che sentivo, ne avevo dentro almeno 25 centimetri, subito incominciò a pompare. Avevo un misto di dolore e piacere che era indescrivibile, sentivo che sempre di più il mio culo accettava l'intruso ed allora sentii le mani possenti del mio sodomizzatore prendermi i fianchi, come un fuscello mi sollevò, mi prese di peso e mi alzò, la mia schiena era contro la sua ed ero impalata sul suo totem, con estrema facilità, in piedi tenendomi con le mani da sotto le cosce che erano spalancate a spaccata, mi sollevava e mi abbassava sul suo membro e dalla posizione sentivo che quest'ultimo guadagnava sempre più centimetri. Ecco arrivare il capo che in un attimo, facilitato dalla posizione mi rinfila il cazzo nella fica e comincia a scoparmi nuovamente approfittando del saliscendi che faceva il "Mandingo". Nessuno mi aveva mai scopato in quella maniera, anche perché non avevo mai avuto rapporti con più persone e tutto questo era tremendamente sublime, saranno andati avanti almeno per 10 minuti, sarei venuta almeno altre due volte fino a quando chiesi pietà e loro si fermarono e qui ecco rientrare in gioco la perfetta Barbara che in ginocchio si prese cura dei due cazzi che alternativamente fece sborrare nella sua bocca avida di sperma. Finalmente tutto finì, ed esausti ci buttammo sul letto a riprendere le forze.

Il capo, successivamente, molto gentilmente mi prende per mano e mi accompagna in bagno chiedendomi se volevo fare una doccia e nel frattempo mi disse che ero stata stupenda e si scusò dal modo un po' burbero nel convincermi ad aver partecipato al suo divertimento, io gli risposi sorridendo che anche a me era piaciuto tantissimo e che tutto sommato mi ero molto divertita e lo ringraziavo. Feci una doccia stupenda e rimasi stupita quando, uscendo dal bagno con indosso un morbidissimo accappatoio, vidi vicino ai miei vestiti uno stupendo completo intimo della "Perla" in sostituzione a quello che mi avevano tagliato e notai che il capo non si era sbagliato per niente sulle mie misure, indossati erano perfetti. Appena mi fui rivestita, mi si avvicinò Barbara che con una dolce carezza si complimentò con me e mi diede un dolcissimo bacio in bocca con lingua compresa che accettai di buon grado. "Porca miseria" pensai, "Sta a vedere che sono diventata anche lesbica oggi!". Mi accompagnò al piano di sopra dove in un salone immenso c'era una tavola imbandita che ci aspettava e consumammo una cena veramente speciale a base ostriche, aragoste, caviale e champagne tutto rigorosamente perfetto. A cena terminata, il capo mi salutò, chiamò l'autista per farmi riaccompagnare a casa, mi ringraziò nuovamente e si fece promettere che il giorno successivo sarei nuovamente andata a lavorare nella sua azienda, lo assicurai ed allora mi prese la borsetta che avevo in mano, me la aprì e ci infilò una busta dentro. Stupita, dapprima non capii ma quando fui nella limousine, dopo aver dato l'indirizzo all'autista, aprendo la busta ci trovai un bell'assegno di 1000 Euro con un bigliettino di ringraziamento. Mentre la macchina divorava la strada del rientro, pensando a quello che mi era accaduto mi assopii fino a quando...

...quando mi svegliai per un sobbalzo mi trovai sul pulmann che mi stava portando da casa al posto di lavoro dove avrei dovuto fare il famoso colloquio, rimasi esterrefatta comprendendo che tutto questo non era stato che un sogno meraviglioso, in quel momento ero solo confusa, delusa e che da lì a poco avrei dovuto conoscere il mio ipotetico datore di lavoro. Arrivai alla fermata, scesi, mi diressi all'indirizzo e suonando mi venne ad aprire una acida zitella che mi fece aspettare in una squallida sala d'attesa. Appena arrivato il mio turno mi fece entrare nell'ufficio del direttore che...che delusione ragazzi, un tipo sulla 50ina, pelato col riportino con un completo gessato che mi sembrava un ganster, mi fece sedere, mi scrutò dal basso verso l'altro con la bava alla bocca e mi offrì uno stipendio da fame, un orario con turni da suicidio talché mi alzai, girai i tacchi e lo liquidai velocemente sculettandogli davanti il mio bel culo ed uscii dall'ufficio. Feci bye-bye con la manina alla zitella ed uscii dallo stabile, col la coda fra le gambe mi trovai in strada dove ripresi la via del ritorno.

Che delusione ragazzi, un saluto a tutti, Franzy.

Vota la storia:




Iscriviti alla Newsletter del Sexy Shop e ricevi subito il 15% di sconto sul tuo primo acquisto


Iscrivendoti alla newsletter acconsenti al trattamento dei dati personali come previsto dall'informativa sulla privacy. Per ulteriori informazioni, cliccando qui!
18/01/2006 13:29

diego

bella storia, vorrei averti come collega di lavoro e sicuramente non sogneresti più.

08/02/2006 14:50

goega

grande... bello ben scritto...io ho 50 anni e mi hai fatto compagnia nella pausa pranzo una curiosità... sei diventata poi bsx? un caro saluto goega

07/03/2004 19:17

ale

grande! mi hai tenuto attaccato per 20 minuti per poi confessare quello che nessuno qui dice...che era un sogno! sei veramente forte...

01/09/2005 21:45

ang47

Peccato che era solo un sogno....

Per commentare registrati o effettua il login

Accedi
Registrati