• Pubblicata il
  • Autore: Burattinaio
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La prima volta 2 - Caltanissetta Trasgressiva

Come promesso, ritorno a voi. Permettetemi prima di tutto di ringraziare tutti quelli che hanno letto e votato la mia storia: dal voto credo di capire che il mio modo di raccontare non dispiaccia. Allora, ci siete ?
Dopo che Zia Anna mi aveva fatto capire che il sesso non erano solo le seghe, ma tanto, tanto, tanto altro, chiaramente feci tesoro del detto " l'appetito vien mangiando..." ed infatti io ed il mio coinquilino del piano di sotto Polifemo (visto che ha un solo occhio) eravamo realmente assatanati. E' pur vero che recuperare 18 anni non era facile, ma con l'aiuto di zia, facevo passi da gigante. Ricordo che tornavo da scuola intorno alle 14.30 ed entrando a casa sua la trovavo che stava cucinando. Era scontato che mi avvicinassi a lei che aspettava e gli appoggiassi il cazzo già duro fra le natiche, e infilando una mano fra le tette, e l'altra a stuzzicare la fica, cominciavo a baciarla dove sapevo che impazziva. Scansando il lunghi capelli neri appoggiavo le labbra calde dietro al collo, dove finiscono i capelli, e poi scendendo verso la spalla cominciavo a mordere delicatamente il muscolo che dal collo arriva alla spalla. Percepivo distintamente la sua pelle rabbrividire, e diventare d'oca, la sua voce che diceva :"...Oddio, mi fai morire, si, amore mio tenerissimo, continua così, senti la mia fica come è calda, dai stringimi le tette, fammi sentire quel tuo cazzone miracoloso, è duro, è caldo, senti come cerca il mio culo...." e finiva inevitabilmente che si girava, e mi infilava tutta la sua lingua succosa in bocca, e mentre la succhiavo, con le mani frementi mi sbottonava i pantaloni e impossessatasi del mio cazzo cominciava a carezzarlo, a tirarlo, a stringerlo come se volesse strapparmelo per usarlo come voleva. Ma io ormai sapevo cosa volevo subito, e spingevo la sua testa in basso fino a che con un gemito goloso che ancora oggi mi fa vibrare l'uccello al ricordo, non cominciava un pompino libidinoso. Avevo scoperto che la sua capacità di ingoiare sembrava non avesse limiti, ed allora con le mani sulla nuca le spingevo il cazzo fino in fondo alla gola, e restavo così a sentire la sua lingua scivolare lungo il tronco, e le sue mani carezzare le palle, e lei che dopo un pò si tirava indietro, e facendolo uscire dalla bocca, lo guardava estasiata e ci parlava come se fosse vivo: " bello, bello, bello, cazzone mio adorato, dai sborrami in bocca, mi piace succhiarti tutto, vorrei continuare senza fermarmi mai a pomparti con la bocca...dai sborra !!!" E inevitabilmente, come se fosse dotato di capacità di decidere, LUI, Polifemo, gli rispondeva con il primo schizzo che gli tracciava una striscia bianca dalla bocca ai capelli, e lei era prontissima a rimboccarlo subito, ed a ciucciarlo senza farne uscire nemmeno una goccia, continuando a succhiare mugolando e toccandosi forsennatamente la fica aperta. Poi, con poche varianti, si finiva o nel lettone, o in cucina appoggiati al tavolo, o a pecorina tenendosi al bordo del lavandino per incularmela con violenza.
Ricordo però che un giorno, erano ormai passati alcuni mesi, e per non consumarmi come una candela e non consumarsi anche lei, aveva imposto dei limiti, un giorno si, ed uno no e mai il sabato e la domenica, un giorno dicevo, come gli strofinai il cazzo sul culo, si girò subito, e mi tenne distante con le mani dicendo :" Aspetta cucciolo mio, oggi ti ho preparato una sorpresa...!"
A quel tempo io pensavo solo a metterglielo in bocca o nel culo, ed ero impaziente, si, mi piaceva leccargli la fica e succhiarle i capezzoli, avevo imparato che leccargli il buco del culo la faceva ululare come una lupa e poi entravo meglio in lei, ma, insomma per rendere l'immagine ero una cazzo e basta, tutte le mie sensazioni, le mie emozioni erano concentrate li, sul mio amico Polifemo.
Quel giorno, invece, mi prese il cazzo in mano, e camminando come se fossimo mano nella mano, mi portò in camera, mi fece stendere sul lettone e mi spogliò poi prese una bottiglietta e versò un pò di liquido sul mio stomaco, e con le mani iniziò a spargerlo sul mio corpo. Ogni volta che le sue dita sfioravano il cazzo, questo saltava, come per farsi afferrare al volo, ma sempre queste fuggivano. Ero in uno stato di esaltazione, e ricordo che continuavo a carezzarle il culo e le tette supplicandola " Dai zia...ti prego, succhiamelo un pò, dai voglio incularti...ti prego ..." Ma lei incurante continuava a massaggiarmi, ed a leccarmi i capezzoli, e passava velocemente le sue labbra sulle mie, e potevo sentire per un attimo il sapore della sua lingua umida nella mia bocca, ma come accennavo a succhiarla sfuggiva, lasciandomi snervato, ipereccitato. Dopo un po’ però mi sentii in una condizione mai sperimentata prima: ogni millimetro del mio corpo era teso, vibrante, le sue carezze, le sue leccate anche se date su punti del corpo non sessualmente conosciuti come l’avambraccio, o il ginocchio, o lo stomaco, le dita dei piedi, provocavano una reazione immediata come se stesse toccandomi il cazzo o i coglioni. Ero , in poche parole ridotto ad un grumo di sensazioni, e galleggiavo in un mare di libidine.
A quel punto avvicinò la bocca al mio orecchio e disse “ Adesso fallo tu, quello che ho fatto io, fammi morire di desiderio, fai in modo che dopo, quando entrerai dentro di me, staremo già in paradiso.
Ricordo che avrei voluto scoparla subito, ed infilarglielo dentro tanto era teso e dolorante, ma gli dovevo almeno quello per tutto quello che mi aveva e mi avrebbe dato. Così cominciai anche io a spargere quell’olio sul suo corpo, e facevo attenzione a non toccare il culo o la fica, e anzi, quando lei cercò di prendermi il cazzo in mano, mi sottrassi, anche perché non volevo finire tutto con una sega.
Esplorai il suo corpo millimetro per millimetro, imparai a conoscere il suo ombelico con la punta delle dita, le mie dita erano diventate sensibilissime, e correvano come farfalle sui suoi fianchi, sulle braccia, sulle gambe.
Ad un certo punto la feci girare a pancia in giù, e mentre massaggiavo la sua schiena, mi resi conto che ero eccitato da un punto strano, sconosciuto, che non avevo mai considerato: là dove la schiena diventava culo, c’era una curva morbida, dolcissima, che si perdeva in due morbide fossette sopra le natiche. Sentivo le mie dita sensibili come quelle di un cieco, e chiusi gli occhi per non essere distratto, e imparai così che un corpo, uomo o donna che sia, non è fatto soltanto di culo, cazzo, tette, fica o bocca, ma che, sollecitati in maniera corretta anche le dita dei piedi o delle mani sono zone erogene, che leccare l’interno del gomito, o dietro il ginocchio è eccitante come leccare una tetta, che una carezza può essere sensuale come una scopata. Ricordo che zia disse che avevo una maniera unica di carezzare il suo corpo, lei la chiamò “… carezza lunga “ perché partivo con la mano da dietro il ginocchio e salivo lentamente premendo lungo la coscia, e giravo dietro per impastare le natiche, poi scivolando sulla curva della schiena prendevo la rincorsa e salivo su per il fianco, con il pollice illudevo il capezzolo e poi concludevo serrando in una morsa i capelli subito dietro la nuca e chiudendo le dita sulla nuca, a stringere come a voler riaffermare il possesso.
Quando finalmente lei cedette e si impossessò del mio cazzo, mi venne sopra e appoggiando la fica sulla mia bocca comicia a spompinarmi come se volesse succhiarmi l’anima dal cazzo, ed io allora le allargai il culo con le mani e affondai la lingua nella sua fica mordendo il clitoride, succhiando le grandi labbra, sbavando come un invasato mentre la inculavo infilando le dita nel buchetto goloso.
Non so quanto durò, so soltanto che all’improvviso sentii la sua bocca succhiare più forte, le sue mani stringermi il cazzo e le sue cosce su di me stringermi come una morsa: come un segnale sentii anche io il piacere arrivare, ed un fiume di sborra calda che sembrava non finire mai gli riempì la bocca famelica mentre la sua fica colava nella mia bocca tutto il succo del suo godimento…..
Alla prossima, buongustai !!!!

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21/01/2010 20:49

fausto

mmmmmmmmmmmmm che segaaaaaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmmm ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh sborroooooooooooooooooooooooooooooooo

03/03/2004 23:11

Roby

Invece io avevo fantasie sulla mamma di un mio amico. Ma non sono riuscito mai a farci niente.

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