• Pubblicata il
  • Autore: Burattinaio
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La prima volta - Caltanissetta Trasgressiva

Voglio raccontarvi come è stata la mia prima volta: tenete presente che era il 1965, io avevo allora 18 anni, e abitavo in un quartiere popolare di Roma Sud. I miei lavoravano, ed io tornato da scuola andavo da una vicina di casa che chiamavo Zia Anna che lavorando a casa come sarta, poteva tenermi in attesa che tornassero i miei. Da quando ero più piccolo ero sempre stato con Lei, ma nell'ultimo anno avevo cominciato a notare, e ad apprezzare quello che intravvedevo nei suoi vestitini. Non era bellissima, ed i suoi 42 anni di allora non sono come quelli delle donne di oggi, ma ricordo che per strada, al mercato, i negozianti lanciavano battute e allusioni alle sue forme , ed allo spreco di tanto ben di Dio. Già. perchè suo marito era andato in Belgio a lavorare, e tornava si e no due volte all'anno. Comunque, quel giorno, come altre volte Zia mi chiese di aiutarla nel suo lavoro, e di indossare un paio di pantaloni per provarli. Ero in piedi, e lei stava appuntando delle spille sul tessuto, quando allungandosi per prendere altre spille, non si accorse che una tetta era uscita dalla scollatura del vestitino fiorato che aveva indosso. La vista di quella carne morbida, e di quel capezzolone turgido fino a quel momento solo immaginati, fecero si che il mio cazzo iniziasse a sollevarsi ed a ballare nei pantaloni come se volesse saltarne fuori. Lei si era abbassata per l'orlo, ma tornando su, spalancò gli occhi di fronte a quella....capanna che era nata all'improvviso; mi guardò, e disse: " e cos'è tutta 'sta roba ? ". Avrei voluto sprofondare, e rosso come un tizzone infuocato, balbettai delle scuse, ma i miei occhi erano incollati su quella mitica tetta, ancora esposta. Lei seguì il mio sguardo, con una risata la rimise al suo posto, e sempre sorridendo mi disse che non c'era niente di male, che era naturale quello che mi era successo, e che anzi, era contenta che mi avesse fatto un effetto così, quindi di stare tranquillo, che nessuno avrebbe mai saputo niente. Però, c'era un però, che continuava a saltellarmi nei pantaloni, e rendeva impossibile prendere correttamente le misure del vestito che indossavo. Vidi che gli tremavano le mani, ed aveva gli occhi lucidi quando guardandomi negli occhi disse a voce bassa : " vogliamo fare qualcosa per quel povero prigioniero ?" E così facendo e restando sempre in ginocchio mi slacciò i pantaloni, e li fece cadere a terra, poi infilò una mano bollente nei miei slip e afferrandomi il cazzo alla base, lo fece uscire fuori, e rimase per un attimo a guardarlo affascinata. Potete immaginare le mie sensazioni ? Per la prima volta avevo il cazzo in una mano che non era la mia, e soprattutto in quella della persona sulla cui immagine ero quasi morto di seghe. Sarei potuto morire, e non me ne sarei accorto. Lei però sapeva cosa fare, e dopo aver tirato la pelle fino alla base scperchiando una cappella rossa e tesa come non mai, la prese in bocca golosamente, succhiandola e contemporaneamente massaggiandomi le palle con l'altra mano. Penso di aver resistito forse a due o tre succhiate prima di esplodere in una mega sborrata. Lei non si scompose, anzi, restò lì attaccata e accompagnando la mia discesa al pavimento continuò golosamente ad ingoiare tutta la sborra che usciva dal mio cazzo. Questo ottenne un risultato che solo a quella età è possibile: il mio cazzo rimase duro come il marmo, e non accennò a calmarsi, anzi ricomincio subito a ballare nella sua bocca. Si staccò, e mi guardò chiedendomi : " ma, ancora? " " Si, zia, ti prego, ancora !!" Lei guardò l'orologio, erano le 15.00 e non sarebbe venuto nessuno prima delle 17.00, poi mi portò nella sua camera da letto. Si spogliò con furia, quasi strappandosi i vestidi di dosso, e quando fu nuda si sdraiò nel letto e mi fece cenno di avvicinarmi. Io ero ancora lì, frastornato, con il cazzo ballonzolante e la cappella lucida della sua saliva, in un attimo fui vicino a lei, che mi prese e avvicinando la mia testa al cespuglio di peli che nascondeva la sua fica con voce bassa, sconosciuta, tremante mi disse: " leccala, piccolo mio, dai leccami tutta la fica" Non sapevo da dove cominciare, ma lei con le mani si aprì la fica ed io per la prima volta con la lingua sentii quel sapore di fica calda che ancora oggi non ho mai smesso di cercare in ogni donna che ho avuto. Fu come se lo avessi sempre fatto, sentivo la mia lingua che entrava dentro la sua fica spalancata, e il sapore dei suoi umori nella mia bocca mi impedivano di ragionare, finchè la sentii che mi tirava a sè, e, in un barlume di lucidità, capì che non poteva farsi scopare nella fica, non sarei riuscito a trattenermi, e chissà cosa sarebbe successo. Si girò allora, e piegandosi il più possibile, e aprendosi il culo con le mani mi disse: infilamelo dì, nel culo, ma prima leccamelo un pò " Ricordo che non ero molto convinto, leccare un culo non mi sembrava una cosa così piacevole, ma ormai ero talmente eccitato che mi bagnai le dita con la saliva ed andai a toccare quel buchetto grinzoso. La sentii gemere come una belva, e ripassando le dita in bocca per ribagnarle, sentii che quel sapore non era poi disgustoso; mi gettai sul suo culo e cominciai a leccarlo, ed a infilare la lingia dentro, più che potevo, facendola muovere come una invasata, finchè disse " Dai, adesso, metti il cazzo nel culo, dai lo voglio tutto nel culo, dai piccolo mio ...." Non me lo feci ripetere ancora, e mettendomi a cavalcioni al quel suo maestoso culo appoggiai la cappella contro il suo buco. Sentii la sua pelle tirarre, e percepii l'attimo di sofferenza quando la cappella forzò e entrò nel suo budello. Fu un attimo, sentii il cazzo stretto in una morsa famelica, e lei spingere verso di me, dicendo : " si, nel culo, ecco mi stai inculando, dai losento tutto questo cazzone, rompimi il culo dai, spingi, fammelo sentire tutto dentro al culo, riempimi il culo di cazzo...lo senti che te lo ciuccio tutto con il culo ...." Non sò quanto durò quel su e giù frenetico dentro il suo buco di culo, so soltanto che all'improvviso sentii la sborra che mi partiva da dietro il collo, e come una sensazione reale correre giù per la spina dorsale, scaldarmi i coglioni e poi passando per il cazzo espodere nel suo culo, nel profondo di quel suo incredibile culo. Lei sentì la sborra calda nei visceri e venne come una cagna stringendo dietro di sè le mani sul mio corpo come se volesse far entrare anche me nel suo culo. Ricordo che scivolai di fianco, e lei si girò e come una cagna avida ricominciò a leccarmi il cazzo per pulirlo. Volle a quel punto che questa volta gli venissi sulle tette, e aiutandosi un pò con le mani, con la lingua, e soprattutto imprigionandomi il cazzo con le tettone sode, riuscì a farmi venire per la terza volta sulle sue tette mentre lei infoiata si infilava le dita della mano nella fica e nel culo ancora pieno di sborra. Mi abbracciò, e mi sussurrò nelle orecchie : Ti è piaciuto, piccolino ? vedrai che da oggi zia ti insegnerà tanti altro giochini, ma tu non dovrai dire niente mai a nessuno, questo sarà il nostro grande segreto." Bè, soltanto oggi ne parlo, ho 60 anni, e ancora oggi se penso al culo di mia zia, il zcazzo sobbalza e mi viene voglia di spararmi una sega. Con calma vi racconterò gli altri giochini che mi ha insegnato mia zia.... A presto.

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26/07/2013 04:53

Mario

Bello! Ma dovevi trapanarle anche la fica!

25/05/2013 15:56

Silvietta

Scopa anche me così..

09/12/2012 07:11

enrico

dai sei forte..ti piace farti sbocchinare, si capisce da come lo raccont!

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