• Pubblicata il
  • Autore: Francesco
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Rossella, la vicina - Caltanissetta Trasgressiva

La mia vicina di casa a Milano è una signora barese, sui 45 anni, sposata con 2 figli. E’ piuttosto brutta di viso anche se di corpo niente male: avrà una quinta di seno, fianchi abbastanza larghi e morbidi e una bocca piuttosto carnosa.
Nella vita fa l’ingegnere quindi è al di sopra di ogni sospetto. Ho sempre desiderato scoparla anche perché ho sempre pensato che il marito non fosse in grado di soddisfarla a dovere e che invece lei fosse una pervertita insaziabile; come vedrete su entrambe le cose non mi sbagliavo.
Il mio desiderio di averla l’ho sempre dimostrato con sguardi da porco quando veniva a casa a parlare con mia madre o per qualche evento (cene, festeggiamenti etc..). Lei ricambiava gli sguardi ma più per curiosità che per altro: per intenderci i suoi sguardi non erano da porca ma erano i tipici sguardi che una persona vi lancia perché sa che la state guardando; a volte addirittura notavo un certo imbarazzo in lei. In occasione dell’ultima visita a casa mia ho esagerato: l’ho guardata senza sosta ed in un modo inequivocabile per tutto il tempo; in particolare l’ho mangiata con gli occhi mentre parlavo col marito. Il messaggio che le lanciavo era: sto parlando con questo impotente ma intanto penso che vorrei sbatterti …. Sono sicuro che lei lo capisse! Quando si è alzata dicendo al marito ”dai F. andiamo” mi sembrava seriamente infastidita.
Alcune settimane dopo ero sul balcone e lei è uscita sul suo, di fronte al mio; ci siamo salutati come se niente fosse e abbiamo iniziato a parlare del più e del meno. Mentre parlavamo lei mi ha comunicato che il marito coi figli erano a Bari per vacanza; ho iniziato ad avere il respiro corto di quando si è eccitati ma non penso che lei se ne sia accorta. Continuando a parlare mi ha detto che se volevo potevo passare da lei dopo pranzo a prendere un caffè. Quando sono rientrato in casa non sapevo cosa pensare: in fondo era un’amica di famiglia, era moglie e madre come poteva aver fatto quell’invito con un secondo fine? E del resto sicuramente aveva capito i miei pensieri in tutte le circostanza in cui ci si era visti…. Tutti i miei dubbi vennero chiariti quando, dopo pranzo, suonai al suo campanello. Non mi venne ad aprire la solita donna sobria, anonima e tutto sommato indesiderabile che avevo sempre visto; indossava una camicetta annodata sul ventre e coi primi tre bottoni non allacciati. Si intravedeva il suo grosso seno non retto da alcun reggiseno … Aveva poi una gonna di quelle estive svolazzanti corta fin sopra il ginocchio e scarpe con il tacco abbastanza alto. Inoltre era truccata pesantemente ed emanava un profumo che mi penetrava profondamente nelle narici: di certo una che aspetta un vicino per un innocente caffè non si concia così come una vera troia. Rossella, le ho detto, non ti ho mai vista così, e già il mio coso fra le gambe si inturgidiva al pensiero di noi due a letto insieme. Mentre prendevamo il caffè era chiaro che entrambi aspettavamo solo il momento di vincere l’imbarazzo per poter cominciare a scopare. Il coraggio lo trovai io, iniziando a fare insinuazioni sul fatto che il marito non mi sembrava uno molto virile, che la soddisfacesse appieno ecc. Lei mi rispondeva confermando tutto, parlando male, anzi malissimo, del marito come amante e ridendo divertita del fatto che, con lui assente, ne potesse parlare così male con un altro uomo…. Era il momento: infilandole una mano sotto la gonna e accarezzandole la coscia le dissi che invece io al posto di suo marito l’avrei scopata ben bene.
Pochi minuti dopo eravamo a letto con lei che me lo leccava ed io che la leccavo a lei, bagnandomi completamente la faccia dei suoi umori. Ancora un po’ ed ero sopra di lei che la chiavavo a più non posso mentre lei mi diceva cose irripetibili nell’orecchio, continuando di tanto in tanto a ridere del suo marito impotente e adesso pure cornuto per merito del vicino di casa! Che fosse una puttanona insaziabile ne ebbi la conferma quando mi chiese di metterglielo anche nel culo.
Una pervertita così meritava un finale da pervertito: quando sentii che stavo per eruttare tutto quello che avevo accumulato in anni di masturbazioni pensando a lei scesi dal suo corpo, scesi dal letto e la costrinsi in ginocchio a leccarmelo mentre le tenevo la testa e le tiravo i capelli. Vedermi nello specchio mentre facevo ciò nella sua camera da letto mi eccitava da matti; al culmine della follia da orgasmo girai verso di noi la foto dove c’erano lei e suo marito il giorno della nozze. Ero fuori di me dal piacere; continuavo a dirle adesso bevi tutto, adesso bevi tutto, ben sapendo che l’avrebbe fatto. Ed infatti di li a poco le riversai in bocca una enorme quantità di sperma caldo che la puttana bevve fino all’ultima goccia.

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